10/01/2026
ore 15.00
Lunaria Teatro
Spettacolo realizzato nell’ambito del progetto P.I.P.P.I. 9 a cura del Distretto 7, Comune di Savona.
Per bambini +4
Sono andato via pensando di non tornare più ho voltato le spalle a tutto a quel cortile, alle sorelle, ai fratelli a quell'orizzonte che era tutto per me sarei rimasto se avessi potuto se solo avessi trovato il mio posto ma il mio posto non era lì, in quel cortile.
PRESENTAZIONE
Chi è quell'anatroccolo che scappa dalla sua fattoria, che corre, inciampa, si nasconde? Perché scappa? Il mondo fuori è così grande, forse troppo grande per lui. Ce la farà?
Ce la farà e un giorno, guardando il suo riflesso su uno specchio d'acqua, scoprirà di non essere più quel brutto e goffo anatroccolo, quell'anatroccolo così strano che veniva rincorso e beccato dagli animali del suo stesso cortile. Ma questo lo scoprirà solo dopo un lungo e faticoso viaggio alla ricerca di una nuova casa, di nuovi amici, di qualcuno che lo accolga così com'è. Per quanto ci si possa credere brutti, o gli altri ci facciano sentire diversi, c'è e ci sarà sempre un posto dove non saremo mai fuori luogo. Un luogo e un tempo in cui scoprirsi dei bellissimi cigni. Far rivivere questa storia è ricordare a noi stessi il brutto anatroccolo che eravamo, perché in fondo tutti lo siamo stati, senza dimenticare che c'è sempre un cigno dentro di noi e che vale sempre la pena cercarlo e farlo venir fuori.
NOTE DI REGIA
Il nostro brutto anatroccolo non si discosta dal racconto di Andersen. Le vicende che riportiamo sulla scena corrispondono in gran parte a quelle del racconto. Ma come sempre la scena offre la possibilità di farle rivivere in maniera diversa.
Il punto di vista scelto per raccontarla è quello di chi l'ha incontrato. C'è chi ne conserva un bel ricordo, chi è contento che sia andato via, chi ne sente la mancanza, chi avrebbe voluto giocarci di più, chi invece lo riteneva inutile perché non sapeva fare le fusa o un uovo.
Ogni racconto-intervista ci offre la possibilità di conoscere qualcosa di più del nostro anatroccolo, di comprendere le sue paure, la sua rabbia, la sua tristezza e condividerne la gioia finale. Le parole dell'anatroccolo sono lasciate a brevi frasi dette tra un racconto e l'altro. Solo in questi intermezzi, che coincidono con le fughe da un posto ad un altro, lo si sente e si vede agire, compare e riaffiora.
In questi passaggi che corrispondono anche ai cambi di stagione, assisteremo alla trasformazione dell'anatroccolo, una trasformazione che non è altro che la somma di tutto quello che gli è successo, di chi ha incontrato e delle emozioni che ha vissuto.
Perciò auguriamo a tutti i bambini, anche a quelli un po' cresciuti, di non aver paura di sentirsi dei brutti anatroccoli, perché il fatto di esserlo ci offre la possibilità di trasformarci in cigni.
SCENE E COSTUMI
Lo spettacolo si avvale delle scene e dei costumi di Valentina Albino che, ancora una volta con semplicità, integrità e un forte studio simbolico in cui ogni oggetto è segno, ha realizzato delle scene estremamente suggestive, ricche di particolari, coinvolgenti, magiche e al tempo stesso agibili, rendendo possibile un allestimento in ogni tipo di spazio.
CATTIVI MAESTRI
I Cattivi Maestri sono attivi nel campo del teatro attraverso la produzione di spettacoli, l'organizzazione di stagioni e rassegne, e una cospicua attività didattica che coinvolge ad oggi circa 200 allievi l'anno, con una proposta di laboratori di recitazione trasversale che comprende tutte le età e le fasce deboli attraverso programmi specifici.
Tra le loro collaborazioni vantano nomi come Bebo Storti, Annapaola Bardeloni, Antonio Tancredi, Renato Sarti.
Nel 2017 sono arrivati semifinalisti al Roma Fringe Festival con “Il gigante egoista”. Nel 2011 sono stati menzionati dalla rivista Hystrio per l'interesse artistico della loro programmazione.
Nel 2018 il programma Fuori Roma ha messo in evidenza il valore sociale delle loro produzioni teatrali nel territorio savonese. Nel 2021 sono stati semifinalisti al concorso nazionale In Box-Verde con lo spettacolo “Il gigante egoista”.
Nel 2021 la compagnia è stata riconosciuta dal MiC come Impresa di produzione di teatro di innovazione nell'ambito della sperimentazione e del teatro per l'infanzia e la gioventù.
A decorrere dall'anno scolastico 2021/2022 l'associazione è stata riconosciuta, da parte dei Ministeri dell'Istruzione e della Cultura, come ente accreditato del sistema coordinato per la promozione dei “temi della creatività” nel sistema nazionale di istruzione e formazione.
Quanto al nome, di cui spesso viene chiesto il perché, amiamo dire di essere meno cattivi del previsto ma di volerlo sembrare, interpretando la cattiveria come un mezzo per affrontare, senza retorica ma con impegno, le grandi e piccole questioni della vita.
Spettacolo realizzato nell’ambito del progetto P.I.P.P.I. 9 a cura del Distretto 7, Comune di Savona.
Per bambini +4
Sono andato via pensando di non tornare più ho voltato le spalle a tutto a quel cortile, alle sorelle, ai fratelli a quell'orizzonte che era tutto per me sarei rimasto se avessi potuto se solo avessi trovato il mio posto ma il mio posto non era lì, in quel cortile.
PRESENTAZIONE
Chi è quell'anatroccolo che scappa dalla sua fattoria, che corre, inciampa, si nasconde? Perché scappa? Il mondo fuori è così grande, forse troppo grande per lui. Ce la farà?
Ce la farà e un giorno, guardando il suo riflesso su uno specchio d'acqua, scoprirà di non essere più quel brutto e goffo anatroccolo, quell'anatroccolo così strano che veniva rincorso e beccato dagli animali del suo stesso cortile. Ma questo lo scoprirà solo dopo un lungo e faticoso viaggio alla ricerca di una nuova casa, di nuovi amici, di qualcuno che lo accolga così com'è. Per quanto ci si possa credere brutti, o gli altri ci facciano sentire diversi, c'è e ci sarà sempre un posto dove non saremo mai fuori luogo. Un luogo e un tempo in cui scoprirsi dei bellissimi cigni. Far rivivere questa storia è ricordare a noi stessi il brutto anatroccolo che eravamo, perché in fondo tutti lo siamo stati, senza dimenticare che c'è sempre un cigno dentro di noi e che vale sempre la pena cercarlo e farlo venir fuori.
NOTE DI REGIA
Il nostro brutto anatroccolo non si discosta dal racconto di Andersen. Le vicende che riportiamo sulla scena corrispondono in gran parte a quelle del racconto. Ma come sempre la scena offre la possibilità di farle rivivere in maniera diversa.
Il punto di vista scelto per raccontarla è quello di chi l'ha incontrato. C'è chi ne conserva un bel ricordo, chi è contento che sia andato via, chi ne sente la mancanza, chi avrebbe voluto giocarci di più, chi invece lo riteneva inutile perché non sapeva fare le fusa o un uovo.
Ogni racconto-intervista ci offre la possibilità di conoscere qualcosa di più del nostro anatroccolo, di comprendere le sue paure, la sua rabbia, la sua tristezza e condividerne la gioia finale. Le parole dell'anatroccolo sono lasciate a brevi frasi dette tra un racconto e l'altro. Solo in questi intermezzi, che coincidono con le fughe da un posto ad un altro, lo si sente e si vede agire, compare e riaffiora.
In questi passaggi che corrispondono anche ai cambi di stagione, assisteremo alla trasformazione dell'anatroccolo, una trasformazione che non è altro che la somma di tutto quello che gli è successo, di chi ha incontrato e delle emozioni che ha vissuto.
Perciò auguriamo a tutti i bambini, anche a quelli un po' cresciuti, di non aver paura di sentirsi dei brutti anatroccoli, perché il fatto di esserlo ci offre la possibilità di trasformarci in cigni.
SCENE E COSTUMI
Lo spettacolo si avvale delle scene e dei costumi di Valentina Albino che, ancora una volta con semplicità, integrità e un forte studio simbolico in cui ogni oggetto è segno, ha realizzato delle scene estremamente suggestive, ricche di particolari, coinvolgenti, magiche e al tempo stesso agibili, rendendo possibile un allestimento in ogni tipo di spazio.
CATTIVI MAESTRI
I Cattivi Maestri sono attivi nel campo del teatro attraverso la produzione di spettacoli, l'organizzazione di stagioni e rassegne, e una cospicua attività didattica che coinvolge ad oggi circa 200 allievi l'anno, con una proposta di laboratori di recitazione trasversale che comprende tutte le età e le fasce deboli attraverso programmi specifici.
Tra le loro collaborazioni vantano nomi come Bebo Storti, Annapaola Bardeloni, Antonio Tancredi, Renato Sarti.
Nel 2017 sono arrivati semifinalisti al Roma Fringe Festival con “Il gigante egoista”. Nel 2011 sono stati menzionati dalla rivista Hystrio per l'interesse artistico della loro programmazione.
Nel 2018 il programma Fuori Roma ha messo in evidenza il valore sociale delle loro produzioni teatrali nel territorio savonese. Nel 2021 sono stati semifinalisti al concorso nazionale In Box-Verde con lo spettacolo “Il gigante egoista”.
Nel 2021 la compagnia è stata riconosciuta dal MiC come Impresa di produzione di teatro di innovazione nell'ambito della sperimentazione e del teatro per l'infanzia e la gioventù.
A decorrere dall'anno scolastico 2021/2022 l'associazione è stata riconosciuta, da parte dei Ministeri dell'Istruzione e della Cultura, come ente accreditato del sistema coordinato per la promozione dei “temi della creatività” nel sistema nazionale di istruzione e formazione.
Quanto al nome, di cui spesso viene chiesto il perché, amiamo dire di essere meno cattivi del previsto ma di volerlo sembrare, interpretando la cattiveria come un mezzo per affrontare, senza retorica ma con impegno, le grandi e piccole questioni della vita.
Di Francesca Giacardi, Maria Teresa Giachetta e Antonio Tancredi
Con Francesca Giacardi e Maria Teresa Giachetta
Regia di Antonio Tancredi Scene e costumi di Valentina Albino
produzione Compagnia Cattivi Maestri
Di Francesca Giacardi, Maria Teresa Giachetta e Antonio Tancredi
Con Francesca Giacardi e Maria Teresa Giachetta
Regia di Antonio Tancredi Scene e costumi di Valentina Albino
produzione Compagnia Cattivi Maestri