15/11/2025
Ore 20.30
La quinta praticabile Teatro Instabile
Chi non conosce la storia di Cappuccetto rosso? La dolce bambina che porta vino e foccaccia alla nonna malata e incontra il Lupo cattivo nella foresta? E se il Lupo non fosse il cattivo? E se la dolce bambina fosse in realtà una ragazza senza paura e senza peli sulla lingua?
Ecco una versione rivisitata della famosa favola di Perrault e successivamente dei fratelli Grimm. Nessun cacciatore per salvare la nonna e la nipote, la ragazza con il cappuccetto rosso si salva da sola e salverà anche la nonna e il Signor Lupo, che non è altro che un ragazzo cresciuto da solo e che non trova il proprio posto nel mondo. Il vero cattivo è lo sceriffo. Lui è la legge, e la legge... è la legge: va rispettata, anche se è assurda.
Le fiabe e le favole sono state scritte in origine per insegnare e trasmettere, mettere in guardia sui pericoli che si annidano all’interno della società. Nella versione canonica di Cappuccetto Rosso i temi che si affrontano sono: stare attenti agli sconosciuti, non fidarsi degli stranieri che possono recare danni fisici e morali e, possiamo anche inserire tra questi, i pericoli all’interno del nucleo familiare. Il colore rosso rappresenta il pericolo ma anche il sangue. Questa che vi proponiamo è una riscrittura satiresca in cui si affrontano temi come la solitudine, l’abbandono, la fiducia. Vogliamo comunicare ai bambini (e anche agli adulti), che bisogna riflettere prima di giudicare, imparare a pensare con la propria testa, che non sempre il male si cela dietro ció che vedono i nostri occhi. Per questo la scelta di inserire un personaggio originale come quello dello sceriffo: grottesco e a tratti ridicolo, si rivela essere in realtà crudele e spietato, tutti i suoi gesti sono molto lenti, solo nei momenti in cui deve colpire é brusco e repentino.
La messa in scena è semplice e lascia spazio alla relazione e al gioco fra gli attori. La storia alterna momenti di narrazione della vicenda, all’azione vera e propria, cercando di trovare un equilibrio tra il divertimento e la dolcezza, entrambi componenti di cui siamo certi essere profondamente necessari ad un pubblico giovane, specialmente quello dei giorni nostri.
Chi non conosce la storia di Cappuccetto rosso? La dolce bambina che porta vino e foccaccia alla nonna malata e incontra il Lupo cattivo nella foresta? E se il Lupo non fosse il cattivo? E se la dolce bambina fosse in realtà una ragazza senza paura e senza peli sulla lingua?
Ecco una versione rivisitata della famosa favola di Perrault e successivamente dei fratelli Grimm. Nessun cacciatore per salvare la nonna e la nipote, la ragazza con il cappuccetto rosso si salva da sola e salverà anche la nonna e il Signor Lupo, che non è altro che un ragazzo cresciuto da solo e che non trova il proprio posto nel mondo. Il vero cattivo è lo sceriffo. Lui è la legge, e la legge... è la legge: va rispettata, anche se è assurda.
Le fiabe e le favole sono state scritte in origine per insegnare e trasmettere, mettere in guardia sui pericoli che si annidano all’interno della società. Nella versione canonica di Cappuccetto Rosso i temi che si affrontano sono: stare attenti agli sconosciuti, non fidarsi degli stranieri che possono recare danni fisici e morali e, possiamo anche inserire tra questi, i pericoli all’interno del nucleo familiare. Il colore rosso rappresenta il pericolo ma anche il sangue. Questa che vi proponiamo è una riscrittura satiresca in cui si affrontano temi come la solitudine, l’abbandono, la fiducia. Vogliamo comunicare ai bambini (e anche agli adulti), che bisogna riflettere prima di giudicare, imparare a pensare con la propria testa, che non sempre il male si cela dietro ció che vedono i nostri occhi. Per questo la scelta di inserire un personaggio originale come quello dello sceriffo: grottesco e a tratti ridicolo, si rivela essere in realtà crudele e spietato, tutti i suoi gesti sono molto lenti, solo nei momenti in cui deve colpire é brusco e repentino.
La messa in scena è semplice e lascia spazio alla relazione e al gioco fra gli attori. La storia alterna momenti di narrazione della vicenda, all’azione vera e propria, cercando di trovare un equilibrio tra il divertimento e la dolcezza, entrambi componenti di cui siamo certi essere profondamente necessari ad un pubblico giovane, specialmente quello dei giorni nostri.
con Marion Constantin, Marco Gualco, Lorenzo Satta
testo e regia Marco Gualco
Produzione Compagnia Chierici Cicolella
con Marion Constantin, Marco Gualco, Lorenzo Satta
testo e regia Marco Gualco
Produzione Compagnia Chierici Cicolella