08/07/2024
21:30
Teatro dell'Ortica
Edda, figlia primogenita di Mussolini, nasce a Forlì nel 1910. Benito le mette il nome della protagonista del dramma di Ibsen. Edda cresce assistendo alle riunioni politiche negli scantinati e diventa una donna emancipata, che indossa i pantaloni e il bikini, ama le macchine e fuma. Non proprio il modello di donna caro a suo padre, che però è legato a lei da una sorta di complicità, che lei ricambia con l'adorazione.
La determinazione rese Edda la donna più celebre dell'epoca: viziata, venale, non istruita ma intelligente, infedele e appariscente, brillante, diplomatica, selvaggia e coraggiosa, forte e leale. Fu la confidente del padre durante i 20 anni di governo fascista, agendo come inviata sia in Germania che in Gran Bretagna e giocando un ruolo nel guidare l’Italia ad allearsi con Hitler.
Nel 1930 Edda ventenne sposò un giovane diplomatico, Galeazzo Ciano, che in privato chiamava “Gallo”. Nacque così la coppia dorata e affascinante che ha attraversato la grande storia sotto i riflettori. La parabola discendente per loro e per il Fascismo iniziò nel 1943, quando Ciano votò contro Mussolini nel Gran Consiglio del fascismo per farlo cadere, e il suocero non lo perdonò, condannandolo a morte. Edda rimase sempre vicino al marito e odiò il padre, arrivando anche a usare i Diari di Ciano come ricatto con i tedeschi, ma tutto fu vano.
Il testo EDDA di Chiara Migliorini è una specie di “anatomia del fascismo”: fascismo inteso come una costruzione politica e mentale di una pratica di potere che ha condizionato a lungo la vita pubblica e privata degli italiani; e che – ancora oggi – periodicamente si riaffaccia alla ribalta con le sue ideologie, strutture, sigilli di fierezza, ostentazioni di conquiste.
EDDA è anche il simbolo di un sistema che crolla su sé stesso: una donna che aspira a volare alto senza valutare il rischio della caduta, in nome di un amore smisurato, cieco e fanatico.
Oggi cosa cerca chi aspira al potere? E oggi quanto sono presenti quei neri fantasmi di ieri, con i loro ideali infranti che credevamo seppelliti nella cenere, dalla quale rialzano periodicamente la loro macabra testa?
Edda, figlia primogenita di Mussolini, nasce a Forlì nel 1910. Benito le mette il nome della protagonista del dramma di Ibsen. Edda cresce assistendo alle riunioni politiche negli scantinati e diventa una donna emancipata, che indossa i pantaloni e il bikini, ama le macchine e fuma. Non proprio il modello di donna caro a suo padre, che però è legato a lei da una sorta di complicità, che lei ricambia con l'adorazione.
La determinazione rese Edda la donna più celebre dell'epoca: viziata, venale, non istruita ma intelligente, infedele e appariscente, brillante, diplomatica, selvaggia e coraggiosa, forte e leale. Fu la confidente del padre durante i 20 anni di governo fascista, agendo come inviata sia in Germania che in Gran Bretagna e giocando un ruolo nel guidare l’Italia ad allearsi con Hitler.
Nel 1930 Edda ventenne sposò un giovane diplomatico, Galeazzo Ciano, che in privato chiamava “Gallo”. Nacque così la coppia dorata e affascinante che ha attraversato la grande storia sotto i riflettori. La parabola discendente per loro e per il Fascismo iniziò nel 1943, quando Ciano votò contro Mussolini nel Gran Consiglio del fascismo per farlo cadere, e il suocero non lo perdonò, condannandolo a morte. Edda rimase sempre vicino al marito e odiò il padre, arrivando anche a usare i Diari di Ciano come ricatto con i tedeschi, ma tutto fu vano.
Il testo EDDA di Chiara Migliorini è una specie di “anatomia del fascismo”: fascismo inteso come una costruzione politica e mentale di una pratica di potere che ha condizionato a lungo la vita pubblica e privata degli italiani; e che – ancora oggi – periodicamente si riaffaccia alla ribalta con le sue ideologie, strutture, sigilli di fierezza, ostentazioni di conquiste.
EDDA è anche il simbolo di un sistema che crolla su sé stesso: una donna che aspira a volare alto senza valutare il rischio della caduta, in nome di un amore smisurato, cieco e fanatico.
Oggi cosa cerca chi aspira al potere? E oggi quanto sono presenti quei neri fantasmi di ieri, con i loro ideali infranti che credevamo seppelliti nella cenere, dalla quale rialzano periodicamente la loro macabra testa?
di e con Chiara Migliorini
Regia di Gianfranco Pedullà
Musiche di Francesco Giorgi e costumi di Veronica di Pietrantonio
Produzione: Teatro Popolare d'Arte
di e con Chiara Migliorini
Regia di Gianfranco Pedullà
Musiche di Francesco Giorgi e costumi di Veronica di Pietrantonio
Produzione: Teatro Popolare d'Arte