Che fine ha fatto Betty Boop?

È il 1960. Betty Boop e Koko il Clown, un tempo stelle del cinema d’animazione durante gli anni ’30, si trovano rinchiusi all’interno dello studio del loro creatore Max Fleischer da oltre un ventennio sopra ad una scrivania, con tanto di calamaio d’inchiostro, gomma da cancellare e barattolo di pennelli il tutto a loro misura. I due sono stati letteralmente “scaricati” dagli Studios cinematografici della Paramount dopo il crescente declino dei loro cartoni animati, impoveriti a causa della censura sopravvenuta tramite il Codice Hays nel 1934. Koko il Clown cerca di annegare i propri fallimenti nella droga, un problema che lo ha già allontanato da tempo dagli schermi cinematografici, non abbandonando comunque l’idea riappropriarsi del successo a qualunque costo. Betty Boop dal canto suo rimpiange l’amore per il suo amante a quattro zampe Bimbo, altra creazione degli studi Fleischer, morto tragicamente durante la realizzazione di un cartoon, e aspetta che qualcuno possa tornare a chiederle di lavorare. Finalmente la porta dello studio si apre: sono giornalisti che hanno avuto la soffiata di un possibile ritorno televisivo della coppia. Vogliono lo scoop, vogliono intervistare le due stelle rinnegate da un ventennio. Così Ko-Ko e Betty inscenano per i giornalisti la loro storia, i loro numeri, le loro gag e le loro canzoni… fino ad arrivare all’inevitabile, tragico epilogo di un’era di carta e inchiostro che rispecchia fin troppo verosimilmente ciò che è il mondo della Mecca del Cinema americano.

con Andrea Benfante e Anna Giarrocco

regia Andrea Benfante

produzione Il Teatrino di Bisanzio

stagione teatrale Equinozi 2024

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