Dal 08/02/2024 al 11/02/2024
gio, sab 19:30 - ven 20.30 - dom 16:00
Teatro Nazionale di Genova
Nell’indagine che il Teatro Nazionale di Genova vuole fare su alcune tra le figure emblematiche del Novecento politico spicca l’omaggio che il regista Carmelo Rifici e la drammaturga Angela Demattè hanno fatto ad Alcide De Gasperi, affidandosi alla sicura interpretazione di un attore come Paolo Pierobon. «Prendendo la parola in questo consesso mondiale sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me…». Queste le parole che lo statista pronuncia alla Conferenza di Pace di Parigi il 10 agosto 1946. De Gasperi continuava: «Chi si fa interprete oggi del popolo italiano è combattuto da doveri apertamente contrastanti. Da una parte egli deve esprimere l’ansia, il dolore, l’angosciosa preoccupazione per le conseguenze del trattato, dall’altra riaffermare la fede della nuova democrazia italiana nel superamento della crisi della guerra e nel rinnovamento del mondo operato con validi strumenti di pace».
Alcide De Gasperi, dunque «l’uomo che era ed è antifascista, imprigionato per due anni a Regina Coeli – scrive il regista Carmelo Rifici – si carica di tutto il peso della storia fascista italiana per poterla traghettare verso altre possibilità, per poterla riscattare. Il suo linguaggio appare schietto, solido ed emotivo, più che politico».
Aggiunge Demattè: «Vogliamo indagare l’uomo in cerca di soluzioni razionali, concrete, pragmatiche che ha assorbito dalla sua terra, dalla sua lingua materna». Lo spettacolo, dunque, si propone di mettere in scena la statura e la complessità, le luci e le ombre di un uomo di altri tempi, che aderisce totalmente al suo compito politico tanto da non vedere più i confini tra sé e la nazione, tanto da caricarsene il peso, diventandone poi, inevitabilmente, artefice e vittima.
Nell’indagine che il Teatro Nazionale di Genova vuole fare su alcune tra le figure emblematiche del Novecento politico spicca l’omaggio che il regista Carmelo Rifici e la drammaturga Angela Demattè hanno fatto ad Alcide De Gasperi, affidandosi alla sicura interpretazione di un attore come Paolo Pierobon. «Prendendo la parola in questo consesso mondiale sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me…». Queste le parole che lo statista pronuncia alla Conferenza di Pace di Parigi il 10 agosto 1946. De Gasperi continuava: «Chi si fa interprete oggi del popolo italiano è combattuto da doveri apertamente contrastanti. Da una parte egli deve esprimere l’ansia, il dolore, l’angosciosa preoccupazione per le conseguenze del trattato, dall’altra riaffermare la fede della nuova democrazia italiana nel superamento della crisi della guerra e nel rinnovamento del mondo operato con validi strumenti di pace».
Alcide De Gasperi, dunque «l’uomo che era ed è antifascista, imprigionato per due anni a Regina Coeli – scrive il regista Carmelo Rifici – si carica di tutto il peso della storia fascista italiana per poterla traghettare verso altre possibilità, per poterla riscattare. Il suo linguaggio appare schietto, solido ed emotivo, più che politico».
Aggiunge Demattè: «Vogliamo indagare l’uomo in cerca di soluzioni razionali, concrete, pragmatiche che ha assorbito dalla sua terra, dalla sua lingua materna». Lo spettacolo, dunque, si propone di mettere in scena la statura e la complessità, le luci e le ombre di un uomo di altri tempi, che aderisce totalmente al suo compito politico tanto da non vedere più i confini tra sé e la nazione, tanto da caricarsene il peso, diventandone poi, inevitabilmente, artefice e vittima.
di Angela Dematté
regia Carmelo Rifici
Con Paolo Pierobon, Giovanni Crippa, Francesco Maruccia, Emiliano Masala, Livia Rossi
di Angela Dematté
regia Carmelo Rifici
Con Paolo Pierobon, Giovanni Crippa, Francesco Maruccia, Emiliano Masala, Livia Rossi