UCCIDIAMO IL RE

Ottantenni che si credono immortali e che continuano a comandare. 
Giovani cresciuti nel benessere che recriminano ma che non hanno coraggio.
Una fotografia della società. 
Gabriele e Lorenzo sono due fratelli, ma sono anni che non si vedono. Si ritrovano nella casa del padre anziano, facoltoso imprenditore edile. Gabriele, attore ribelle, è andato via dalla casa paterna molto giovane tagliando ogni tipo di rapporto con il padre; Lorenzo, figlio primogenito, ha deciso di rimanere al fianco dell’imprenditore ma, essendo giudicato dal padre come incapace negli affari, è trattato come un segretario, che si occupa soprattutto delle faccende di casa.
I due fratelli si lanciano accuse e recriminazioni. Si rimproverano assenze, colpi bassi e tradimenti.
Ma su una cosa sono d’accordo: Il padre è stato la causa di tutto.
Con il suo controllo, la ferocia, i maltrattamenti fisici, l’uomo ha reso la loro vita “agiata” un vero inferno di sensi di colpa e inadeguatezza. Gabriele e Lorenzo dopo dieci anni di silenzio prendono una decisione: accelerare il destino inesorabile del vecchio e gestire finalmente l’impresa.
I due fratelli avvelenano quotidianamente il padre con piccole dosi di cicuta e prendono presto le redini della società.
Ma non passa molto tempo prima di rendersi conto che non sono capaci di gestire tutti gli impegni e le grandi responsabilità che il lavoro richiede.
Sono disperati.
Cercano di rimettere in forze il padre ma ormai è troppo tardi: il veleno e la vecchiaia lo trascinano sempre più in basso. I due fratelli dovranno così affrontare da soli le responsabilità della vita, senza un passaggio di consegne. 
Soli

testo e regia Massimiliano Aceti

con Alessandro Cosentini e Massimiliano Aceti

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