Orecchie d’asino

La faticosa migrazione di una donna con suo figlio, dal sud al nord di un’Italia unita da poco. Una storia di fine Ottocento non diversa da tante storie di oggi: i temi del disagio e dell’esclusione; la necessità di trovare accoglienza non solo abitativa e lavorativa; il difficile confronto tra le distanti storie individuali; l’importante funzione della scuola cui spetta il compito di individuare strategie adeguate a ogni modalità di apprendimento.

Claudio MontagnaPremio Eolo alla Carriera, nel 1971 ha fondato con Giovanni Moretti il Teatro dell’Angolo, che presto è diventato una delle più attive compagnie italiane di teatro per ragazzi. Da allora fino al 1983, oltre le numerose regie di gruppo, ha partecipato come attore a centinaia di repliche di spettacoli. In seguito, per dedicarsi a rinsaldare con ricerche, esperimenti e iniziative la sua vocazione di animatore teatrale ha preferito occuparsi di teatro non professionale e “del teatro di chi non ci va”, per rintracciare tra la gente, adulti, bambini e adolescenti, anziani, tossicodipendenti, malati, detenuti, un teatro originario, spontaneo e sincero, una verginità teatrale alla quale offrire tecniche e strumenti utili a rafforzarsi e a mostrarsi in pubblico. A diventare cioè evento artistico che le comunità sappiano offrire a se stesse. Con queste finalità è stato consulente del Comune di Torino durante l’ultimo quarto del secolo scorso e si è occupato assiduamente, da trent’anni a questa parte, di teatro in carcere con i detenuti. Ha fondato il gruppo teatrale chiamato CAST, poi trasformatosi in TS, Teatro e Società, del quale è attualmente direttore artistico. Nel 2020 è nato il suo Teatro da tavolo, che probabilmente riassume in sé tutti i fondamenti del teatro in cui crede.

Di e con Claudio Montagna

Produzione Teatro e Società

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