Alla ricerca del coro perduto e altre eresie del Novecento teatrale

Seminario con Marco De Marinis

Nata per esserne l’eresia, ovvero l’eccezione, la trasgressione, la rivoluzione  addirittura, la regia è diventata ben presto, nel corso del XX secolo, la norma e la normalità del teatro, nella forma del “teatro di regia”, il quale si è comunque reso protagonista di capitoli importanti del Novecento teatrale, soprattutto per quanto riguarda la qualità e talvolta l’eccellenza della messa in scena.

Tuttavia, accanto al maggioritario teatro di regia, e sempre ad opera  di registi, ma  anche di attori  o di autori, il secolo scorso  ha ospitato proposte e fenomeni nei quali brilla ancora a volte la luce, o il fuoco, dell’eresia originaria. In questo seminario si discutono alcune delle principali “leve”, o “dispositivi”,  a cui gli uomini di teatro del Novecento hanno fatto ricorso per forzare la regia-norma ed eccederla: dal mimo corporeo al clown, dal coro all’animalità, dal testo come partitura, invece che come copione, alla regia come combinatoria e montaggio, dall’attore poeta che improvvisa al non attore del teatro della realtà e del teatro sociale. Fanno parte a pieno titolo delle eresie, o “doppi”, del Novecento teatrale anche le ricerche antropologiche di Eugenio Barba sulla pre-espressività e le sue teorizzazioni sul Terzo Teatro, così come gli sconfinamenti parateatrali di Jerzy Grotowski, culminati nel lungo progetto finale a Pontedera, l’Arte come veicolo. Al termine del seminario sarà presentato il nuovo libro di Marco De Marinis Regia eretica. Il Novecento teatrale e i suoi doppi, La casa Usher, 2025.

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